Tre giorni per morire (Will Trent #2)

Karin Slaughter

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Una finestra in frantumi. Un'impronta di sangue. Ed è solo l'inizio...
Un atroce crimine ha colpito al cuore la periferia più ricca di Atlanta. Rientrando nella sua villetta nel verde di Ansley Park, Abigail Campano trova ad accoglierla vetri rotti, tracce di sangue e il corpo martoriato di una ragazza. Inizialmente, pensa che quelle membra straziate siano della figlia Emma: disperata, la donna si avventa su quello che ritiene essere l'aggressore. Poi, lentamente, la verità comincia a farsi strada: non è di Emma quel corpo riverso sul pavimento; non è il suo assassino quel ragazzo che Abigail ha appena ucciso, a mani nude. Le indagini vengono affidate alla polizia di Atlanta, ma torbidi giochi di potere e un errore di valutazione da parte delle autorità, rendono inevitabile l'intervento di Will Trent, agente speciale del Georgia Bureau
of Investigation. Perché c'è qualcosa in quei mvetri rotti, in quelle tracce di sangue, nello sguardo spento di Abigail che solo Will Trent saprà leggere: ma dovrà fare in fretta, costretto a una corsa contro il tempo per evitare che altre vite vengano spezzate in nome di un segreto che nessuno sembra voler svelare.
Tre giorni per morire segna il grande ritorno di Karin Slaughter, la regina del thriller americano, e della serie best seller inaugurata con L'ombra della verità.

Karin Slaughter

L'autore

Nata in Georgia nel 1971, Karin Slaughter è una delle regine del crime internazionale: i suoi thriller sono sempre in vetta alle classifiche con trenta milioni di copie vendute nel mondo e traduzioni in trenta Paesi. Della serie che ha come protagonista Will Trent, Timecrime ha già pubblicato L’ombra della verità, Tre giorni per morire, Genesi, Tra due fuochi e Abisso senza fine. Insignita per cinque volte (l’ultima nel 2013) del prestigioso Crimezone Thriller Award, Karin Slaughter vive e lavora ad Atlanta.
«Mi irrita il fatto che scrivere thriller sia ancora considerato appannaggio pressoché esclusivo degli uomini. La violenza continua a essere vista come un loro territorio. Da una scrittrice, ci si aspetta che narri soprattutto di legami familiari. Non vi pare un’opinione un po’ superata?» Karin Slaughter.